sabato 18 giugno 2016

Dicono di Lei

VERONICA MAZZUCCHI
L’Approccio materico che Veronica Mazzucchi ha con la sua arte, è in realtà la dimensione che ha dato alla sua stessa vita, lasciando, come tutte le creature libere, che le scorresse addosso.
La sua arte è frutto di studio continuo: Arterapia, Disegno Figurato , storia dell’arte, mitologia, letteratura, cucina, musica;  di solitudine, e di ricerca continua.
Quando crea Veronica usa soprattutto le mani, entrando così in contatto fisico e mentale con quello che sta plasmando; per questa ragione, guardando le sue opere non è difficile credere di scorgervi un’anima. L’artista, senza presunzione, afferma che il contatto finale con ciò che ha appena creato ha qualcosa di simile al divino, quando “dona il soffio di vita”
Veronica Mazzuccchi è un’artista istintiva, il suo primo lavoro è nato spontaneamente: con alcuni carboncini da incenso ha trasferito sul retro di un armadio la mancanza di profumi, colori, sapori, generata dal “Mal d’Africa”, al ritorno da una straordinaria esperienza durata tre anni nell’Isola di Sal, a Capoverde, dove, seguendo un progetto di Cooperazione Turistica ancora in embrione, era entrata completamente in sintonia con il territorio e la gente. E’ iniziato così nel 2001, con una pittura influenzata dall’arte africana, dal maestro Picasso e da Amedeo Modigliani il suo primo periodo artistico.
Nel 2006 la sua prima mostra di pittura, seguita da un periodo di silenzio artistico.
Nel 2010 Veronica riprende a dipingere, dopo un anno di lavoro e di mostre soprattutto collettive scopre la scultura, traendo ispirazione da Medardo Rosso, Ettore Greco, e soprattutto Mitorai, che considera il suo Maestro. “Equilibri scomposti” la sua prima opera scultorea, trasmette quel senso di appartenenza di chi è finalmente nel suo elemento.
 La scultura diventa così il cuore dell’espressione artistica di Veronica, la pittura a cui, secondo l’artista  manca la terza dimensione, diverrà  elemento di completamento, e, come avremo occasione di vedere in questa mostra, sculture e quadri si parleranno fra loro, in un percorso allegorico;  dopo anni legati all’urgenza di fare arte, e ad un percorso artistico-terapeutico,  la sua creatività vive ora il momento di massima espressione.
Nella casa-atelier di Vedano Olona, dove Veronica vive e lavora, tutto parla di lei,  senza spazi vuoti ( le sculture, il cibo, i mobili, bulbi di fiori sui davanzali, versi autobiografici sul retro dei quadri) e di trasformazione continua. La sua ricerca artistica è come una sete che non si placa, dal rumore del ruscello dietro la casa, alle note  di pianoforte di Ludovico Einaudi, Erik Satie e Jan Thiersen in un crescendo di ispirazione che arriva al culmine quando trasferisce nelle sue opere, nel cibo e nei versi l’onda anomala del potere artistico che è in lei, così spontaneo e legato al suo stesso essere che non è inusuale scorgere parte del suo sguardo o della sua fisicità eterea in un’opera appena finita. Lei stessa dice: Rappresento “Me” attraverso i miti greci, nati per spiegare all’uomo  ciò che non comprendeva da sé.
Il titolo della mostra “Straordinarie Imperfezioni”, è voluto dall’artista, che sente ancora la sua arte imperfetta,  e trae da queste mancanze, appunto, straordinarie,  una nuova rinascita, un punto di partenza.
Veronica Mazzucchi è inoltre  Testimonial della Campagna per il riconoscimento della Fibromialgie come patologia, e delle terapie complementari ad essa legate.

Lorena D’Amato

BereNike
2014
foto: A. lavit