VERONICA MAZZUCCHI
L’Approccio
materico che Veronica Mazzucchi ha
con la sua arte, è in realtà la dimensione che ha dato alla sua stessa vita,
lasciando, come tutte le creature libere, che le scorresse addosso.
La sua arte
è frutto di studio continuo: Arterapia, Disegno Figurato , storia dell’arte,
mitologia, letteratura, cucina, musica; di solitudine, e di ricerca continua.
Quando crea
Veronica usa soprattutto le mani, entrando così in contatto fisico e mentale
con quello che sta plasmando; per questa ragione, guardando le sue opere non è
difficile credere di scorgervi un’anima. L’artista, senza presunzione, afferma
che il contatto finale con ciò che ha appena creato ha qualcosa di simile al
divino, quando “dona il soffio di vita”
Veronica Mazzuccchi è un’artista istintiva, il suo primo
lavoro è nato spontaneamente: con alcuni carboncini da incenso ha trasferito
sul retro di un armadio la mancanza di profumi, colori, sapori, generata dal
“Mal d’Africa”, al ritorno da una straordinaria esperienza durata tre anni
nell’Isola di Sal, a Capoverde, dove, seguendo un progetto di Cooperazione
Turistica ancora in embrione, era entrata completamente in sintonia con il
territorio e la gente. E’ iniziato così nel 2001, con una pittura influenzata
dall’arte africana, dal maestro Picasso e da Amedeo Modigliani il suo primo
periodo artistico.
Nel 2006 la
sua prima mostra di pittura, seguita da un periodo di silenzio artistico.
Nel 2010
Veronica riprende a dipingere, dopo un anno di lavoro e di mostre soprattutto
collettive scopre la scultura, traendo ispirazione da Medardo Rosso, Ettore
Greco, e soprattutto Mitorai, che considera il suo Maestro. “Equilibri
scomposti” la sua prima opera scultorea, trasmette quel senso di appartenenza
di chi è finalmente nel suo elemento.
La scultura diventa così il cuore
dell’espressione artistica di Veronica, la pittura a cui, secondo l’artista manca la terza dimensione, diverrà elemento di completamento, e, come avremo
occasione di vedere in questa mostra, sculture e quadri si parleranno fra loro,
in un percorso allegorico; dopo anni
legati all’urgenza di fare arte, e ad un percorso artistico-terapeutico, la sua creatività vive ora il momento di
massima espressione.
Nella
casa-atelier di Vedano Olona, dove Veronica vive e lavora, tutto parla di
lei, senza spazi vuoti ( le sculture, il
cibo, i mobili, bulbi di fiori sui davanzali, versi autobiografici sul retro
dei quadri) e di trasformazione continua. La sua ricerca artistica è come una
sete che non si placa, dal rumore del ruscello dietro la casa, alle note di pianoforte di Ludovico Einaudi, Erik Satie
e Jan Thiersen in un crescendo di ispirazione che arriva al culmine quando
trasferisce nelle sue opere, nel cibo e nei versi l’onda anomala del potere
artistico che è in lei, così spontaneo e legato al suo stesso essere che non è
inusuale scorgere parte del suo sguardo o della sua fisicità eterea in un’opera
appena finita. Lei stessa dice: Rappresento “Me” attraverso i miti greci, nati
per spiegare all’uomo ciò che non
comprendeva da sé.
Il titolo
della mostra “Straordinarie Imperfezioni”, è voluto dall’artista, che sente
ancora la sua arte imperfetta, e trae da
queste mancanze, appunto, straordinarie,
una nuova rinascita, un punto di partenza.
Veronica
Mazzucchi è inoltre Testimonial della
Campagna per il riconoscimento della Fibromialgie come patologia, e delle
terapie complementari ad essa legate.
Lorena D’Amato